Procedure di semplificazione nella terapia dei difetti infraossei

Corso di Aggiornamento SIdP maggio 2016

Mario Aimetti

La terapia di un gruppo di malattie infettivo-infiammatorie a carattere cronico e con implicanze sistemiche come le parodontiti è un atto medico ad alta responsabilità professionale. La continua evoluzione dello strumentario e delle procedure aiuta anche chi non esercita in modo elettivo la parodontologia ad eseguire il trattamento della maggior parte dei casi clinici e si inserisce nell’alveo delle procedure di semplificazione espresse in tutte le branche della medicina. Ciò trova riscontro sulla necessità di basare l’arte medica su nuovi modelli di appropriatezza che consentano di essere oltre che efficaci anche efficienti.  La terapia non chirurgica manuale e ultrasonica affiancate, nei casi in cui indicato, dalla terapia farmacologica, rappresenta con una buona predicibilità di risultato il caposaldo della terapia parodontale anche in presenza di difetti intraossei. In presenza di difetti con una profondità di tasca superiore ai 5 mm la componente infraossea può tuttavia talora necessitare di trattamento chirurgico. La terapia chirurgica conservativa, specie se associata a lembi che prevedano la preservazione del tessuto interprossimale, può rappresentare una soluzione percorribile con risultati non lontani da quelli ottenibili con le soluzioni rigenerative ma con una più ampia accessibilità tecnica ed economica. Infine, nei casi in cui l’anatomia del difetto, la diagnosi del paziente e la finalità del piano di trattamento la rendano indicata, la terapia rigenerativa rappresenta oggi la soluzione di elezione dal punto di vista dell’efficacia. Nei casi in cui l’anatomia del difetto lo consenta, una chirurgia mini-invasiva rende più efficiente anche questa soluzione terapeutica, lasciando alle tecniche più complesse il trattamento di una percentuale più limitata di difetti.