La chirurgia piezoelettrica nelle procedure di rialzo del seno mascellare e dei prelievi ossei

XV Congresso Internazionale SIdP 2013

Tiziano Testori

Il rialzo del seno mascellare è attualmente una tecnica implantare comunemente accettata per la riabilitazione protesica dei settori edentuli latero-posteriori del mascellare superiore.

La condizione di edentulia determina una progressiva atrofia ossea a livello alveolare che, di solito, è associata a una progressiva pneumatizzazione del seno mascellare; tale atrofia, che si sviluppa nei tre piani dello spazio, deve essere valutata in fase diagnostica in modo tridimensionale.

Anche se, allo stato attuale delle conoscenze, mancano studi clinici longitudinali prospettici randomizzati e gli studi retrospettivi pubblicati presentano delle limitazioni dal punto di vista strettamente scientifico, l’elevazione del seno mascellare non deve più essere considerata una procedura chirurgica sperimentale di straordinaria applicazione priva di basi scientifiche e biologiche.

La funzionalità del seno mascellare non viene alterata se non si interferisce con il naturale ostio di drenaggio, riempiendo il seno fino a obliterarlo completamente.

Le prime pubblicazioni sul rialzo del seno mascellare risalgono agli anni settanta e ottanta e da allora numerosi lavori sono apparsi in letteratura sull’argomento che trattano soprattutto l’approccio laterale, quale metodica più comunemente descritta ed eseguita.

Numerosi materiali sono stati proposti per il riempimento del seno mascellare. Recenti metanalisi e le nostre esperienze cliniche dimostrano come i sostituti abbiano la stessa predicibilità di risultato dell’osso autologo.

Il posizionamento immediato degli impianti viene riservato ai casi in cui una sufficiente quantità di osso permetta di raggiungere una stabilità primaria dell’impianto: di solito tale altezza è valutata intorno ai 4/5 mm, mentre l’approccio dilazionato viene utilizzato quando non è possibile stabilizzare gli impianti durante la prima fase chirurgica.